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Sono rustici, carnali, veraci. I bucatini all’Amatriciana non si raccontano: si ascoltano sfrigolare in padella, si annusano a occhi chiusi, si abbracciano con una forchetta affamata. Questa pasta non è solo un piatto: è una dichiarazione d’intenti. Pochi ingredienti, benedetti dalla tradizione e dal tempo, che si uniscono per regalare uno dei sapori più autentici del nostro patrimonio gastronomico.
Nati ad Amatrice, ma adottati a pieno titolo dalla Capitale, i bucatini all’amatriciana sono uno dei “fantastici quattro” della cucina romana, insieme a gricia, carbonara e cacio e pepe. Tutti fratelli di sangue e di pecorino.
Questa ricetta vive e muore sulla qualità degli ingredienti. Niente scorciatoie, niente surrogati. Il guanciale deve essere quello vero, grasso e profumato; il pomodoro, dolce ma deciso; il pecorino, stagionato e sapido come vuole la tradizione. E poi c’è il formato di pasta: i bucatini, che con il loro cuore cavo raccolgono e custodiscono ogni goccia di condimento.
Negli ultimi anni gli spaghettoni hanno provato a prendersi la scena, ma i bucatini restano i portabandiera della ricetta originale. Resistono anche rigatoni e mezze maniche, per chi ama un morso più pieno. In fondo, la pasta è la tela: l’arte sta tutta nel condimento.
Ingredienti per 4 persone:
Procedimento:
I bucatini all’amatriciana vanno serviti fumanti e generosi, in un piatto che non ha bisogno di decorazioni. Il profumo di guanciale e pomodoro, il rosso vivo della salsa, il bianco pungente del pecorino: è una sinfonia rustica, da gustare senza fretta.
Che siate ad Amatrice, a Roma o ovunque vi troviate, questa pasta sa sempre raccontare una storia di fuoco, sapore e radici. E ogni forchettata è un piccolo ritorno a casa.