Sfogliatelleattanasio.it
I dati più recenti delineano un quadro preoccupante per il consumo di vino fuori casa in Italia nel 2025, con una significativa riduzione che interessa anche altre categorie di bevande alcoliche. La perdita del potere d’acquisto dei consumatori e l’impatto di normative come il nuovo Codice della strada sembrano influenzare pesantemente questo trend negativo.
Secondo il report aggiornato dell’Osservatorio TradeLab per Federvini, nel primo quadrimestre del 2025 si registra un calo del 12% nel consumo di vino nei locali pubblici rispetto allo stesso periodo del 2024, con 116,8 milioni di consumazioni in meno. Sorprendentemente, anche le bollicine subiscono una flessione ancora più netta, con un -13% attestandosi a 45 milioni di consumazioni.
Il comparto degli spirits risente maggiormente di questa contrazione, con un calo complessivo del 14%. In dettaglio, i cocktail alcolici si riducono del 15%, con 57,9 milioni di consumazioni in meno, mentre gli amari e dopopasto registrano un -14% e gli spiriti lisci un -8%. Questi dati evidenziano una contrazione generalizzata e un possibile cambiamento nelle abitudini di consumo degli italiani, anche al di fuori delle mura domestiche.
Il mercato away from home, che nel 2024 aveva raggiunto un valore di 101 miliardi di euro, inizia il 2025 con un rallentamento significativo nei primi tre mesi. Tuttavia, aprile, grazie alle festività pasquali, mostra una ripresa parziale, mentre maggio si mantiene stabile, portando il valore complessivo a un +1,5% nei primi cinque mesi dell’anno.
Nonostante questo lieve aumento nel valore complessivo, le visite ai locali continuano a diminuire del 2%, con una stabilizzazione delle cene (+0,1%) ma un calo persistente degli aperitivi serali (-3,1%) e dei momenti post-cena (-3,5%). I consumi durante la colazione, unica eccezione positiva nel 2024 (+0,7%), tornano a diminuire nel 2025 con un -1,8%.
Sul fronte delle esportazioni italiane di vino, il bilancio è più equilibrato. Nel febbraio 2025 le esportazioni rimangono stabili a 613 milioni di euro, con un andamento positivo del 4% nel bimestre rispetto al 2024 e un incremento del 4% annuo, raggiungendo 8,2 miliardi di euro.
Tuttavia, il dato nasconde forti differenze geografiche: mentre gli Stati Uniti mostrano una crescita significativa del 22%, trainata dalla paura di nuovi dazi e dalla domanda di spumanti (+43%), molti altri mercati, inclusa la Russia, registrano cali importanti. I volumi esportati sono comunque in diminuzione (-5% a febbraio), con un incremento del prezzo medio a 3,75 euro al litro (+6%), segno di una possibile strategia di valorizzazione del prodotto.
Negli Stati Uniti, principale mercato di riferimento, il consumo di vino è calato del 2% in volume nel 2023, attestandosi a 322 milioni di casse da 9 litri, ma con un incremento del valore grazie alla crescita delle vendite di vini premium e a prezzi più elevati. La fascia di prezzo compresa tra 15 e 25 dollari è quella che ha registrato la migliore performance, mentre sia i vini più economici sia quelli di fascia alta sopra i 30 dollari hanno subito contrazioni.
Il calo del consumo di vino e spirits fuori casa in Italia riflette un contesto economico complesso e una trasformazione nelle preferenze dei consumatori, che privilegiano consumi più misurati o spostati verso il consumo domestico. Allo stesso tempo, le esportazioni mostrano una capacità di tenuta, soprattutto grazie ai mercati esteri più dinamici e a un posizionamento più premium del prodotto italiano.
Questi dati invitano operatori del settore e istituzioni a riflettere sulle strategie per sostenere la domanda interna e valorizzare ulteriormente il prodotto italiano nel mondo, tenendo conto delle nuove tendenze di consumo e delle sfide normative e economiche.