Il ristorante “Al Condominio”, che aveva vietato gli smartphone, chiude temporaneamente

Dopo un anno e mezzo di attività, il ristorante veronese “Al Condominio”, noto per il suo innovativo progetto di digital detox, ha chiuso la sede di via Marconi per preparare un rilancio che guarda a un’espansione nazionale e internazionale. Questa originale esperienza culinaria invitava i clienti a lasciare da parte gli smartphone, per riscoprire il piacere della convivialità autentica e della conversazione senza interruzioni digitali.

Il progetto “Al Condominio”: un’esperienza di convivialità senza smartphone

Nato dall’idea di Angelo Lella e dell’agenzia UNited STudio, il ristorante si era distinto immediatamente per un concept semplice ma di grande impatto: all’ingresso, gli ospiti consegnavano il proprio cellulare in un armadietto con lucchetto, ricevendo in cambio una bottiglia di vino come simbolo di benvenuto. L’obiettivo era creare un ambiente dove il tempo trascorso insieme fosse protagonista, lontano dalle distrazioni di notifiche, social e chat.

Viviamo con il telefonino sempre in mano”, spiegava Lella. “Per questo abbiamo voluto stimolare i clienti a mettere da parte la tecnologia a tavola, per guardare negli occhi chi hanno di fronte, chiacchierare e interagire in modo autentico.” L’idea ha riscosso un successo internazionale, con oltre 500 menzioni su testate come The Guardian, New York Post e Der Spiegel, diventando un punto di riferimento unico in Italia per la lotta al phubbing, il fenomeno che descrive l’atto di ignorare le persone presenti per dedicarsi allo smartphone.

Verso un nuovo rilancio e un’espansione nazionale

Nonostante il successo mediatico e di pubblico, “Al Condominio” ha scelto di prendersi una pausa per trasferirsi in una nuova sede nel cuore del centro storico di Verona. Questo spostamento rappresenta un’occasione per rinnovare il progetto e portare la filosofia tech-free in altre città italiane, come Roma e Milano, con l’intenzione di costruire una rete di locali dove la tecnologia diventi un optional e non un ostacolo.

Abbiamo bisogno di qualche mese per riprogrammare e aprire un nuovo ristorante nel centro storico di Verona,” ha dichiarato Lella a Italian Food Today. “Sarà il primo di una serie di aperture volte a diffondere il format DigitalDetox a livello nazionale, per valorizzare il tempo e la persona, riportando al centro la qualità delle relazioni umane.

Nel frattempo, la storica sede di via Marconi passerà nelle mani dello chef Michele Zanichelli, che inaugurerà un nuovo locale chiamato “I Morosetti”.

La riscoperta della convivialità tra tradizione e innovazione

Il fenomeno del phubbing non è isolato. Già dagli anni ’90, in alcune realtà come l’Osteria di Rubbiara in provincia di Modena, si praticava una forma di digital detox naturale: qui, sin dal 1991, i clienti sono invitati a lasciare i telefoni cellulari in una cassettiera di legno all’ingresso, per preservare la quiete e il rispetto del momento conviviale. Questa tradizione si sposa perfettamente con la filosofia di “Al Condominio” e con altre iniziative come quella del ristorante Casa Coppelle a Roma, dove la consegna dello smartphone viene premiata con un libro di poesie da leggere durante la cena, trasformando il pasto in un momento di condivisione culturale e umana.

Il valore di queste esperienze risiede nella capacità di combattere l’isolamento digitale e promuovere un uso consapevole della tecnologia, soprattutto in contesti sociali. Come sottolinea l’interior designer Margherita Marfo, ogni dettaglio nelle nuove aperture sarà studiato per far riscoprire il piacere di vivere il tempo senza distrazioni, valorizzando la qualità del dialogo e la presenza reale.

L’impegno di “Al Condominio” e di altre realtà simili rappresenta una risposta concreta a un’esigenza sempre più sentita: quella di ritrovare il senso del tempo condiviso e della convivialità autentica, contro l’invadenza pervasiva degli schermi e delle notifiche. Una sfida che, dopo la pausa veronese, promette di diventare un modello replicabile in tutta Italia e oltre.

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Paolo Terraneo