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Nel cuore pulsante di Milano, tra San Babila e il Duomo, si è aperta una nuova pagina per la cucina contemporanea grazie a Kassandra Galindo Rodriguez, giovane chef che ha saputo trasformare la propria esperienza televisiva in un progetto concreto e ambizioso. Il suo percorso, iniziato nell’edizione numero 13 di Masterchef Italia, rappresenta un raro esempio di successo tra i tanti aspiranti chef usciti dal talent show.
Il mondo della ristorazione italiana raramente premia gli ex concorrenti di Masterchef con un vero e proprio successo imprenditoriale. Nonostante l’enorme visibilità acquisita, pochi riescono a tradurre la popolarità televisiva in una carriera solida e duratura ai fornelli. Valerio Braschi, vincitore della sesta edizione, rimane un’eccezione, anche se le critiche sulla sua cucina restano divisive. Altri ex concorrenti hanno preferito strade diverse, da consulenze a esperienze lontane dai riflettori, o hanno abbandonato del tutto la cucina professionale.
In questo contesto, spicca la storia di Kassandra, che ha superato i limiti del format televisivo per affermarsi nel mercato milanese. Nata a Madrid nel 1997 e cresciuta a Trento, Kassandra ha scelto di dedicarsi alla cucina dopo un’esperienza da barista, mostrando carattere e determinazione durante il suo percorso a Masterchef, dove ha conquistato l’attenzione dei giudici.
Il nuovo Tre Gazzelle Bistrot, inaugurato l’8 aprile 2025 in via San Pietro all’Orto 7, rappresenta il primo vero banco di prova. Gestito da Valentina Calacoci come spin-off della storica pasticceria milanese Le Tre Gazzelle, il bistrot si sviluppa su due piani con un piccolo dehors, articolandosi in due anime: al piano terra un bar tavola calda per una clientela di passaggio, al primo piano un ristorante più raffinato con cucina a vista affidata a Kassandra.
Il locale si inserisce in una zona di Milano notoriamente complessa per la ristorazione di alto livello, dove la competizione è durissima e il pubblico spesso riserva più spazio a pranzi veloci che a cene elaborate. Qui, la giovane chef propone un menu degustazione di sette portate – chiamato “Filogenesi” – e un menu alla carta snello ma curato, che ben rappresentano la sua idea di cucina: audace, con sapori decisi e un tocco di creatività.
Tra le pietanze più significative del menu degustazione, ogni portata racconta una storia personale o un’emozione legata alla vita di Kassandra. Il percorso inizia con un gazpacho con capasanta e cetriolo, omaggio alla madre, prosegue con cappellacci ripieni di ricotta di bufala, tartare di manzo e noci, dedicati al padre, e include un piatto di pesce chiamato “Glacier 51 cbt” con crema di topinambur, ispirato da Valerio Braschi. Il petto di piccione con salsa ai mirtilli, nato durante la sua esperienza a Masterchef, rappresenta un altro momento chiave del menu, insieme a due dessert di grande qualità: un gelato al bergamotto con pepe di Sichuan e una crema diplomatica con frutti di bosco in omaggio al Trentino.
Il menu alla carta offre invece proposte più accessibili ma non meno interessanti, dal sashimi di salmone affumicato alla tartare di tonno con gel di fragole e alga wakame, passando per primi come linguine all’aglio nero con prugne e ragù di cozze, e secondi come la picanha con patate hasselback o la ricciola con crema di topinambur.