Riconoscere il botulino nelle conserve può salvare la vita. Ecco il metodo spiegato dall’esperto per individuare i segnali di contaminazione e consumare in sicurezza.
Negli ultimi giorni l’attenzione è tornata alta sul rischio botulino, dopo due casi di decesso registrati in Calabria. Questa tossina, prodotta dal batterio Clostridium botulinum, è tra le più pericolose per l’uomo: bastano pochi microgrammi per provocare gravi danni al sistema nervoso, fino al blocco muscolare e alla morte. La conservazione domestica degli alimenti, se non effettuata correttamente, può diventare terreno fertile per la proliferazione di questo microrganismo, soprattutto in barattoli sottovuoto di verdure, salse e preparazioni fatte in casa.
Come individuare il botulino prima di aprire una conserva
Il nutrizionista Simone Gabrielli, attraverso un contenuto pubblicato sul canale Cookist, ha spiegato quali controlli eseguire prima di consumare una conserva. Il primo passo è ispezionare attentamente il contenitore: eventuali fuoriuscite di liquidi o residui attorno al tappo sono un segnale di allarme.

Un’attenzione particolare va rivolta al tappo: se la parte superiore presenta una bolla e, premendola al centro, si percepisce un “click”, significa che il sottovuoto è compromesso. Questo fenomeno è causato dalla produzione di gas da parte di microrganismi, tra cui può esserci anche il Clostridium botulinum. In tali circostanze, il contenuto non deve essere assaggiato: ingerire anche una minima quantità di tossina può comportare conseguenze gravissime.
Verifiche dopo l’apertura e buone pratiche di conservazione
Anche se il barattolo appare ancora sottovuoto, è necessario controllare l’aspetto e il colore del cibo. Cambiamenti insoliti, presenza di schiuma, odori anomali o consistenze diverse dal solito sono indizi da non ignorare. In caso di dubbio, l’alimento va scartato.
Per prevenire la formazione di botulino nelle conserve fatte in casa, è essenziale seguire procedure di sterilizzazione corrette e conservare i barattoli in luoghi freschi e asciutti, lontani da fonti di calore come forni, termosifoni o luce solare diretta. Temperature elevate possono compromettere il sottovuoto e favorire lo sviluppo del batterio.
Gli esperti ricordano che la prevenzione è l’arma più efficace: un controllo visivo accurato, abbinato a una gestione corretta della conservazione, riduce al minimo i rischi di contaminazione e garantisce un consumo sicuro.