Consumi di cibi ultra processati in aumento, Iss: “Quasi raddoppiati in 15 anni”

Consumi di cibi ultra processati in aumento, Iss: “Quasi raddoppiati in 15 anni”

Sfogliatelleattanasio.it

Paolo Terraneo

Agosto 6, 2025

Studio ISS rivela che la quota di calorie giornaliere provenienti da cibi ultra processati è in forte aumento tra gli italiani con gravi rischi per salute e dieta equilibrata

Il consumo di cibi ultra processati continua a crescere in Italia, con evidenze sempre più allarmanti sui rischi per la salute pubblica. Un recente studio dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha confermato un trend preoccupante: nonostante rappresentino solo circa il 6% del totale del cibo consumato dagli italiani, questi alimenti contribuiscono al 23% dell’apporto calorico giornaliero.

L’evoluzione alimentare degli italiani e il ruolo degli alimenti ultra processati

Lo studio coordinato da Laura Rossi, Direttrice del Reparto Alimentazione, Nutrizione e Salute dell’ISS, ha analizzato l’evoluzione dei consumi alimentari nell’ultimo quindicennio, evidenziando un peggioramento nella qualità della dieta degli italiani. In particolare, si rileva un eccesso di alimenti di origine animale, come carne rossa e salumi, e un consumo insufficiente di vegetali. Anche le donne e gli anziani mostrano un’aderenza alle raccomandazioni nutrizionali migliore, ma solo di poco.

L’aspetto più preoccupante riguarda gli alimenti ultra processati (UPF), la cui quota energetica nella dieta è quasi raddoppiata dal 2005-2006, passando dal 12% al 23% circa. Tra questi prodotti figurano bevande zuccherate, snack dolci e salati (merendine, biscotti, patatine fritte), caramelle, cioccolatini e numerosi cibi pronti come carni e pesci trasformati.

Cibi ultra processati: cosa sono e perché fanno male

Gli alimenti ultra processati sono prodotti industriali che subiscono numerose trasformazioni, contenenti spesso più di cinque ingredienti, molti dei quali sono additivi artificiali come coloranti, emulsionanti, edulcoranti o addensanti. Questi additivi sono impiegati per migliorare il sapore e la consistenza, ma riducono drasticamente il contenuto di nutrienti essenziali come fibre e vitamine.

Non sono solo cibi “junk” come hamburger XXL o snack ipercalorici tipici della cultura americana, ma anche alimenti apparentemente innocui o addirittura consigliati nelle diete, che però nascondono processi di lavorazione intensivi. L’Istituto Mario Negri sottolinea l’importanza di leggere attentamente le etichette: meno ingredienti e additivi ci sono, più è probabile che il prodotto sia salutare.

Il consumo eccessivo di UPF è associato a numerose patologie. Studi internazionali dimostrano che questi alimenti alterano i meccanismi naturali di sazietà, aumentando l’apporto calorico giornaliero e favorendo sovrappeso e obesità. Un esperimento del National Institutes of Health ha evidenziato come una dieta ricca di UPF porti a un consumo medio di 500 calorie in più al giorno e a un aumento di peso significativo in sole due settimane.

Impatti sulla salute: rischi cardiovascolari, immunitari e oncologici

Il consumo abituale di cibi ultra processati non solo favorisce l’aumento di peso ma è legato anche a un incremento del rischio di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, e cancro. Uno studio europeo su oltre 250.000 volontari ha rilevato che un elevato consumo di UPF aumenta del 9% il rischio di sviluppare multimorbilità, ovvero la presenza contemporanea di più malattie croniche.

Inoltre, ricerche recenti pubblicate su riviste come Nature Review Immunology hanno collegato diete ricche di alimenti ultra processati a disfunzioni del sistema immunitario e a un maggior rischio di malattie autoimmuni, come la tiroidite di Hashimoto, la sclerosi multipla e il diabete di tipo 1. Alcuni additivi presenti in questi alimenti, come emulsionanti o biossido di titanio, alterano il microbiota intestinale e aumentano la permeabilità della mucosa intestinale, innescando risposte infiammatorie dannose.

Consigli per una spesa consapevole e uno stile di vita sano

Per ridurre l’impatto negativo degli alimenti ultra processati, esperti come Carlotta Franchi dell’Istituto Mario Negri raccomandano di privilegiare alimenti freschi o minimamente lavorati, come frutta, verdura, cereali integrali, legumi, pesce e carne magra. Pianificare i pasti e sostituire gli snack confezionati con opzioni più naturali come frutta o yogurt può fare una grande differenza a lungo termine.

L’educazione alimentare, soprattutto per le nuove generazioni, è fondamentale per prevenire l’insorgenza di abitudini scorrette che possono influenzare negativamente la salute nel corso della vita. Il messaggio chiaro è evitare che gli alimenti ultra processati diventino la base quotidiana della dieta, anche perché spesso il loro consumo è più elevato nelle fasce sociali ed economiche svantaggiate, dove rappresentano un’opzione economica e di facile reperibilità.

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