Il pane fatto in casa che profuma come quello del fornaio: la tecnica passo passo

Pane fatto in casa.

L’arte del pane fatto in casa. -www.sfogliatelleattanasio.it

Luca Antonelli

Agosto 12, 2025

Il pane preparato in casa può raggiungere la qualità di quello artigianale se si seguono passaggi precisi, dalla scelta della farina alla gestione della lievitazione, fino alla cottura.

Negli ultimi anni il pane fatto in casa è tornato ad avere un posto di rilievo nelle cucine italiane. Non si tratta solo di una moda, ma di un ritorno alla manualità, alla conoscenza diretta degli ingredienti e al controllo di ogni fase produttiva. Un buon pane non nasce dal caso: richiede materie prime di qualità, tempi rispettati e un’attenzione particolare alla lievitazione. La fragranza della crosta, il profumo che si diffonde in casa, la morbidezza della mollica sono il risultato di scelte precise e gesti calibrati. L’abilità sta nel coniugare tradizione e tecnica, perché se un tempo bastava tramandare il sapere da madre a figlio, oggi si ha a disposizione un patrimonio di conoscenze e metodi che permettono di ottenere un risultato professionale anche tra le mura domestiche.

La scelta della farina e l’importanza dell’acqua

La base di un pane di qualità inizia dalla farina. Le varietà più comuni, come farina di grano tenero tipo 0 o tipo 1, permettono un equilibrio tra forza e leggerezza, mentre l’integrazione con farine integrali o di grani antichi arricchisce il sapore e i valori nutrizionali. La forza della farina, indicata dal valore W, influisce sulla capacità di assorbire acqua e sostenere lunghe lievitazioni: un W compreso tra 240 e 300 è ideale per un pane soffice e strutturato.

Pane fatto in casa.
Pane caldo pronto per la tavola. – www.sfogliatelleattanasio.it

Anche l’acqua gioca un ruolo fondamentale. Deve essere priva di cloro e a temperatura ambiente per favorire lo sviluppo del lievito. Le proporzioni variano in base alla ricetta, ma un impasto ben idratato – con una percentuale di acqua che può arrivare al 70% del peso della farina – favorisce una mollica aperta e ariosa.

Il sale si aggiunge solo dopo l’autolisi o la prima mescolatura, per non interferire con l’attività del lievito. Il lievito, che sia di birra o madre, va dosato con attenzione: quantità minime, abbinate a tempi di riposo lunghi, regalano un pane più digeribile e profumato.

Lievitazione e cottura per un risultato perfetto

La lievitazione è il cuore della panificazione domestica. Un impasto lasciato maturare lentamente, anche per 12-24 ore, sviluppa aromi complessi e migliora la digeribilità. La temperatura dell’ambiente incide direttamente sulla velocità di crescita: in estate basta un riposo a temperatura ambiente, mentre in inverno può essere necessario trovare punti più caldi della casa.

Le pieghe, eseguite a intervalli regolari, rinforzano la maglia glutinica e aiutano a trattenere i gas prodotti dalla fermentazione. Questo passaggio, apparentemente semplice, fa la differenza nella struttura finale.

La cottura deve avvenire in forno già caldo, preferibilmente con una teglia d’acqua sul fondo nei primi minuti per creare vapore: in questo modo la crosta si formerà gradualmente, permettendo alla pagnotta di crescere senza spaccature irregolari. La temperatura iniziale può essere di 240°C, per poi scendere a 200°C fino al completamento della cottura. Un pane ben cotto deve emettere un suono vuoto se picchiettato sul fondo.

Lasciarlo raffreddare su una griglia è fondamentale per evitare che l’umidità interna comprometta la croccantezza della crosta. Servito tiepido, sprigiona tutto il suo aroma, ma conserva la sua bontà anche il giorno dopo, se avvolto in un panno di cotone.

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