
La riduzione del consumo di alcol tra i giovani della Generazione Z: un cambiamento nelle abitudini?
Perché la Generazione Z beve meno? Non è come pensate. Un rapporto rivela che il consumo ridotto di alcol da parte della Generazione Z è guidato da fattori economici e demografici, non solo da preoccupazioni per la salute. I giovani hanno redditi più bassi e una vita sociale digitale che riduce le occasioni di bere
Negli ultimi anni, la Generazione Z ha attirato l’attenzione per il suo approccio unico al consumo di alcol. Un nuovo report analitico di Bourcard Nesin, esperto senior di bevande presso Rabobank, smonta alcuni luoghi comuni e offre una visione più profonda delle ragioni dietro a questa tendenza. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il calo del consumo di alcol tra i giovani non è guidato solo da preoccupazioni per la salute o da un desiderio di vivere esperienze premium, ma è profondamente radicato in fattori economici e demografici.
Il motivo principale per cui la Gen Z sembra bere meno è la scarsità di risorse economiche. “La Gen Z non ha soldi”, afferma Nesin con franchezza, evidenziando l’andamento dei dati. Rispetto alle generazioni precedenti, i giovani adulti di oggi hanno redditi più bassi e occupazioni meno stabili. Molti di loro sono ancora in fase di formazione di nuclei familiari autonomi. Anche se la spesa in alcol è in calo, i dati mostrano che la Gen Z destina la stessa percentuale del proprio reddito disponibile al consumo di alcol che i millennials facevano alla loro età. La differenza risiede nel fatto che, avendo meno soldi da spendere, il loro consumo appare ridotto.
L’impatto del mondo digitale
Un ulteriore elemento che contribuisce a questo fenomeno è l’impatto del mondo digitale sulla vita sociale dei giovani. L’uso degli smartphone e dei social media ha portato a una diminuzione significativa del bere tra i minorenni. Nel 1991, oltre il 64% dei diplomati delle scuole superiori americane affermava di essere stato ubriaco almeno una volta; nel 2024, questa percentuale è scesa al 33%. Questo cambiamento è stato particolarmente evidente dopo il 2012, anno in cui gli smartphone sono diventati onnipresenti. I giovani di oggi trascorrono più tempo online e meno in interazioni faccia a faccia, il che si traduce in meno feste e occasioni di bere. Inoltre, il rischio di essere fotografati in stato di ebbrezza e vedere quelle immagini diffuse sui social ha reso il consumo di alcol meno attraente.
Evoluzione demografica e implicazioni per l’industria
Nesin sottolinea che molte di queste dinamiche sono più legate alla fase di crescita e sviluppo personale che a un cambiamento duraturo nei comportamenti di consumo. Con il passare degli anni, è probabile che la Gen Z recuperi il terreno perduto, anche se a livelli leggermente inferiori rispetto alle generazioni precedenti. Un aspetto sorprendente del report è che le preoccupazioni per la salute non sembrano influenzare in modo significativo il consumo di alcol tra i giovani. Sondaggi condotti nel corso degli anni mostrano che la percezione del rischio associato al binge drinking è rimasta sostanzialmente invariata, nonostante il calo del consumo effettivo. Questo suggerisce che il cambiamento non sia guidato da un aumento della consapevolezza riguardo ai rischi per la salute, ma piuttosto da un’evoluzione demografica.
Le implicazioni per l’industria delle bevande sono significative. Sebbene il calo del consumo di alcol tra la Gen Z possa sembrare preoccupante, Nesin avverte che non è necessariamente una cattiva notizia. Alcuni segmenti, come i superalcolici, stanno guadagnando popolarità tra i giovani consumatori di colore e le donne laureate. Questo potrebbe portare a una diminuzione complessiva delle vendite, ma anche a una maggiore premiumizzazione all’interno dei segmenti chiave. Al contrario, il vino potrebbe affrontare sfide maggiori, poiché non riscuote lo stesso interesse tra i gruppi più giovani e diversificati.
Per l’industria delle bevande, la soluzione non è tanto cercare di etichettare la Gen Z come astemia, quanto piuttosto capire chi sta bevendo e perché. Questo richiede una strategia di marketing più diversificata e autentica, che coinvolga donne e minoranze etniche in modo più significativo. Come sottolinea Nesin, è fondamentale comprendere non solo che la Gen Z beve meno, ma anche le ragioni dietro a questo cambiamento e le demografie coinvolte.