Considerato un antibiotico naturale, l’aglio è apprezzato per le sue proprietà antimicrobiche e per il ruolo che ha avuto nella medicina tradizionale e nella ricerca scientifica moderna.
Conosciuto e utilizzato fin dall’antichità, l’aglio è uno degli alimenti più studiati per le sue proprietà antimicrobiche. Nelle tradizioni popolari, era considerato un rimedio contro malattie, infezioni e perfino epidemie. Oggi la scienza conferma molte delle intuizioni di un tempo: il segreto risiede in un composto solforato chiamato allicina, che si sprigiona quando lo spicchio viene schiacciato o tagliato. Questo elemento è in grado di inibire la crescita di numerosi batteri e funghi, e in certi casi di contrastare anche alcuni virus. La sua efficacia è stata osservata in laboratorio contro microrganismi responsabili di infezioni respiratorie, gastrointestinali e cutanee. Nonostante le proprietà confermate, va precisato che l’aglio non sostituisce i trattamenti medici, ma può integrarsi a una dieta equilibrata come supporto preventivo.
Un alleato presente nella storia di molte culture
L’uso dell’aglio come rimedio curativo è documentato in civiltà antiche come quella egizia, greca e romana. I papiri medici egizi riportano ricette a base di aglio per migliorare la resistenza fisica degli operai e proteggere da malattie comuni. I soldati romani lo consumavano regolarmente per “rafforzare” il corpo prima delle campagne militari. In Asia, soprattutto in Cina e India, l’aglio è stato integrato per secoli nella medicina tradizionale come tonico e antisettico.

Il passaggio dalla tradizione alla scienza moderna è avvenuto nel XX secolo, quando i primi studi clinici hanno isolato e identificato l’allicina, confermando la sua capacità di agire su una vasta gamma di agenti patogeni. L’aglio ha mostrato effetti positivi non solo nella prevenzione di alcune infezioni, ma anche nel sostegno del sistema cardiovascolare, contribuendo a ridurre la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo LDL.
La ricerca attuale si concentra anche sul potenziale ruolo dell’aglio nel modulare la risposta immunitaria, un aspetto che apre scenari interessanti in ambito preventivo. Già oggi è chiaro che l’uso regolare di aglio fresco, in quantità moderate, può offrire benefici tangibili senza effetti collaterali rilevanti per la maggior parte delle persone sane.
Come si sviluppano le proprietà antibiotiche dell’aglio
Il principio attivo più studiato, l’allicina, non è presente nell’aglio intero, ma si forma quando lo spicchio viene danneggiato meccanicamente. In pratica, tagliare o schiacciare l’aglio avvia una reazione enzimatica che libera questo composto, responsabile dell’odore intenso e delle proprietà antimicrobiche. L’allicina agisce penetrando nelle membrane cellulari dei microrganismi, alterandone le funzioni vitali fino a bloccarne la crescita o provocarne la morte.
Per sfruttarne appieno le potenzialità, molti nutrizionisti consigliano di lasciar riposare l’aglio tritato per alcuni minuti prima di aggiungerlo in cottura, così da permettere il pieno sviluppo dell’allicina. È noto, però, che il calore prolungato ne riduce la concentrazione, motivo per cui parte dei benefici si conserva meglio consumando l’aglio crudo o aggiungendolo a fine cottura.
L’interesse della comunità scientifica verso l’aglio è cresciuto anche per la sua capacità di agire in sinergia con alcuni antibiotici convenzionali, migliorandone l’efficacia contro ceppi resistenti. Questo apre prospettive rilevanti nella lotta all’antibiotico-resistenza, una delle principali sfide sanitarie globali.