Nessuna casa uguale all’altra: l’incredibile regola che governa i colori di Burano

Burano

Burano, l’isola veneziana dove ogni casa ha un colore deciso dal comune

Luca Antonelli

Luglio 31, 2025

Nel cuore della laguna veneta, le abitazioni dell’isola di Burano seguono ancora una regola antica: per ridipingere la facciata serve l’ok dell’amministrazione. Chi viola le norme rischia multe e contestazioni.

Tra le isole minori della laguna di Venezia, Burano spicca per l’aspetto quasi irreale. Le sue case colorate, allineate lungo i canali, sembrano parte di un set cinematografico o di una cartolina. Eppure, dietro questa apparente spontaneità cromatica, c’è una regola precisa: chiunque voglia ridipingere la propria abitazione, anche solo per rifare la facciata, deve ottenere l’approvazione formale dal comune. Non si tratta di una scelta estetica, ma di un vincolo che affonda le radici in un’antica consuetudine locale. Il motivo? Evitare accostamenti disordinati e mantenere l’armonia visiva del quartiere. Ogni tonalità deve distinguersi da quella delle abitazioni adiacenti. Il regolamento, ancora in vigore, è gestito da una commissione comunale che valuta le richieste caso per caso. Una pratica che si è rafforzata nel tempo, soprattutto dopo gli anni ’90, quando il turismo ha riportato attenzione su questo piccolo borgo lagunare.

Come nasce la tradizione dei colori accesi tra i canali

Burano è formata da quattro isolette unite da ponti e da una rete di calli e canali. Un tempo abitata quasi esclusivamente da pescatori e merlettaie, la comunità ha cominciato a dipingerne le case con tinte brillanti per facilitare il riconoscimento durante i rientri in barca, specie nei giorni di nebbia. I colori avevano quindi una funzione pratica prima ancora che decorativa. Le facciate venivano scelte anche per distinguere le famiglie e delimitare le proprietà, in un contesto in cui documenti e confini formali erano rari.

Burano
Credit Foto: pixabay.com

Nel tempo, la tradizione si è consolidata. Durante gli anni ’70 e ’80, il fenomeno ha però subito un rallentamento: molte abitazioni venivano lasciate incolte, alcune famiglie si trasferivano altrove, e le tinte sbiadivano. È stato solo a partire dagli anni 2000 che la pratica è ripresa su larga scala, favorita anche dalla crescita del turismo e da una nuova sensibilità estetica. Adesso, ogni due anni circa, i proprietari ridanno nuova vernice alle pareti, con il vincolo di rispettare il colore originario o sottoporre una nuova proposta all’ufficio tecnico. La risposta arriva dopo una verifica dell’armonia d’insieme, e solo in caso di approvazione si può procedere. Nessuna casa può avere lo stesso colore di quella accanto. Ed è proprio questa regola a rendere l’insieme così coerente pur nella varietà.

La doppia identità di Burano tra turismo e vita quotidiana

Oltre al fascino delle case, Burano è nota per la produzione artigianale del merletto, una tecnica che risale almeno al XVI secolo. Ancora oggi si possono osservare alcune anziane sedute fuori dalle abitazioni, con l’ago in mano e la pazienza nei gesti. Il Museo del Merletto, situato in piazza Galuppi, conserva disegni, esempi storici e testimonianze sulla vita delle merlettaie locali. All’interno non è consentito fotografare, ma il materiale esposto racconta senza filtri l’identità culturale dell’isola.

Ogni giorno centinaia di visitatori sbarcano con il vaporetto della linea 12, che parte da Fondamenta Nove a Venezia. Il tragitto dura circa 40 minuti e prevede anche una tappa a Murano, celebre per il vetro soffiato. A Burano, il tempo sembra rallentare. La vita segue ritmi lenti, eppure il turismo ha modificato abitudini e spazi. Alcuni residenti hanno venduto le case, oggi affittate a turisti. Altri resistono. Per loro, l’autorizzazione del colore non è una formalità burocratica, ma un segno di appartenenza.

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