
F Ceragioli, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
I torcetti di Agliè, riconosciuti come Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Piemonte, hanno origini nel XVIII secolo. Questo dolce, amato dai Savoia, si distingue per la sua forma a “otto” e una ricetta artigianale preservata nel tempo. Le pasticcerie locali continuano la tradizione, offrendo un prodotto che è perfetto per ogni occasione
I torcetti piemontesi, con la loro forma caratteristica a nodo e il sapore delicato, rappresentano un dolce che narra una storia affascinante, radicata nel cuore del Piemonte. La loro origine, risalente al XVIII secolo, è un esempio perfetto di come tradizione e innovazione possano intrecciarsi in modo inaspettato, creando un prodotto iconico che ha conquistato anche i palati più nobili, come quelli della famiglia Savoia.
L’origine dei torcetti piemontesi
La prima traccia dei torcetti si trova nelle Valli di Lanzo, dove venivano conosciuti con il nome di “torchietti”. Questi dolci erano semplici bastoncini di pasta di pane dolce, ricoperti di zucchero e cotti nei forni comunali durante le ore in cui il calore non era sufficiente per cuocere il pane. Questi dolci rappresentavano una vera e propria necessità, un modo per non sprecare la caloria residua dei forni. Già nel 1854, il “Trattato di cucina e pasticceria moderna” ne attestava la diffusione in diverse zone del Piemonte.
La trasformazione ad Agliè
È ad Agliè, nel Canavese, che il torcetto assume la forma e la consistenza che oggi conosciamo. Qui, la ricetta è stata perfezionata e codificata, trasformando un prodotto popolare in una vera e propria specialità locale. L’artigianato dolciario di Agliè ha dato un contributo significativo alla creazione di un dolce che non solo soddisfa il palato, ma racconta anche una tradizione che affonda le radici nella cultura piemontese.
Negli anni ’30 e ’40 del Novecento, il torcetto guadagna notorietà grazie al pasticcere Francesco Pana, che lo porta alla mensa dei Duchi di Genova, residenti nel castello di Agliè. La principessa Bona di Baviera rimase così colpita dal dolce che nel 1939 decise di premiarlo con un attestato di benevolenza, un riconoscimento che ha ulteriormente cementato il legame tra i torcetti e la cittadina di Agliè. Questo gesto ha elevato il torcetto a simbolo della pasticceria locale e ha aperto le porte di un patrimonio gastronomico a una clientela più ampia, compresi i nobili.
La preparazione del torcetto
L’aspetto del torcetto è inconfondibile: un piccolo nodo a forma di “otto”, richiamando vagamente le forme dei nodi marini. La preparazione è semplice ma richiede attenzione: gli ingredienti principali sono farina, burro, zucchero, lievito e acqua. La pasta, tagliata a listarelle, viene attorcigliata e passata nello zucchero semolato, creando una crosta croccante che racchiude un cuore tenero. Un dettaglio fondamentale è la cottura, che prevede una breve passata sotto una lampada per caramellare leggermente lo zucchero in superficie, esaltandone il sapore.
Il torcetto di Agliè è un dolce versatile, perfetto da gustare da solo, come biscotto da meditazione, oppure accompagnato da un calice di Erbaluce di Caluso Passito, che ne esalta le note tostate. Molti lo abbinano allo zabaione, mentre altri preferiscono intingerlo nel caffè amaro, creando un contrasto di sapori che esalta la dolcezza dello zucchero caramellato.
I torcetti piemontesi non sono solo un dolce, ma un vero e proprio simbolo di un patrimonio culturale e gastronomico che continua a vivere e a conquistare nuovi palati, raccontando le storie di una terra ricca di tradizioni e sapori unici.