Quella bottiglia nel frigo sembra limone… ma contiene anche una muffa

Succo di limone

La classica bottiglietta gialla contiene veramente succo di limone?-sfogliatelleattanasio.it

Franco Vallesi

Agosto 1, 2025

Comodo e sempre pronto, ma sei sicuro di sapere cosa contiene davvero il succo di limone in bottiglia?

Sta lì, nel frigorifero, accanto alle salse e al burro. La bottiglietta gialla, a volte perfino a forma di limone, è un classico delle cucine italiane. Basta un tocco per dare sapore a pesce, insalata o verdure. Ma quello che sembra succo di limone potrebbe essere ben altro. Alcune versioni più pregiate contengono effettivamente una percentuale molto alta di succo vero, ma nei prodotti più diffusi – spesso quelli da 50 centesimi – le cose cambiano. E parecchio.

Acido citrico da muffa e conservanti per mesi

Sull’etichetta, tra gli ingredienti, c’è sempre lui: E330, l’acido citrico. Nome rassicurante, visto che è una sostanza presente naturalmente negli agrumi. Il problema è come viene prodotto. Non viene dal limone, ma da mais fermentato con una muffa, l’Aspergillus niger. Questo fungo lavora su zuccheri come melassa o glucosio e produce un acido citrico “industriale”. Ed è proprio questo che viene aggiunto alle bottigliette.

Limoni
Attenzione a quali succhi si comprano-sfogliatelleattanasio.it

C’è poi il metabisolfito di potassio, un conservante potente che allunga la durata del prodotto anche per un anno. Non è raro trovarlo nei prodotti più economici. Il risultato è una bottiglietta che non si deteriora e mantiene il suo colore giallo brillante innaturale, ma che non ha più nulla del limone originale. Niente oli essenziali, niente vitamina C attiva, nessun enzima. Solo un sapore artificiale che ricorda vagamente l’originale.

Tutto questo per ragioni di costi. Il succo fresco tende a deperire, ha un colore che cambia con l’ossigeno e contiene componenti instabili. Con la pastorizzazione, le proprietà si perdono. E allora, per dare sapore, si preferisce intervenire con sostanze sintetiche più stabili e meno costose.

Come riconoscere un succo vero e scegliere consapevolmente

La differenza con un limone appena spremuto si sente, si vede e si legge. Basta osservare bene l’etichetta: se compare solo “succo di limone” e magari “olio essenziale di scorza”, sei di fronte a un prodotto molto più naturale. Se invece trovi una lista con E330, conservanti, stabilizzanti o antiossidanti, allora stai per versare qualcosa di molto diverso.

Il colore è un altro indizio. Il succo fresco tende a opacizzarsi e a scurirsi col passare dei giorni. Quello industriale resta chiaro, acceso, per mesi. Non è un caso. Dipende dai trattamenti, dalla filtrazione spinta, dalla totale assenza di vita biologica nel prodotto. Nemmeno una vitamina resiste al trattamento termico a cui viene sottoposto.

Certo, ci sono eccezioni. Alcune aziende biologiche offrono bottiglie con succo puro spremuto da limoni italiani, spesso ottenuto con metodi soft e senza additivi. Costano di più – anche tre volte tanto – ma rappresentano una scelta più vicina al prodotto fresco, per chi tiene alla qualità e alla salute.

Alla fine, la scelta resta personale. Ma sapere cosa c’è dentro la bottiglietta è fondamentale per capire cosa mettiamo davvero nel piatto. Non è un dramma usare il succo industriale, ma sapere che non è limone, è tutta un’altra storia.

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