Candeggina, ammoniaca, tensioattivi e spray: ecco cosa sapere prima di usarli in casa, secondo gli esperti.
La scelta dei detersivi per la pulizia della casa incide molto più di quanto si pensi sulla salute di chi li utilizza e sull’ecosistema in cui si vive. Spesso si tende a valutare solo l’efficacia del prodotto, ignorando la composizione chimicae le possibili reazioni che queste sostanze generano se usate in ambienti chiusi, senza ventilazione o in combinazione con altri agenti.
Tra i prodotti più utilizzati figura la candeggina, che contiene ipoclorito di sodio, sostanza dalle forti proprietà ossidanti. Usata su pavimenti o nella biancheria, è però irritante per pelle, occhi e vie respiratorie, specialmente se respirata a lungo o da bambini piccoli. Ancora più pericolosa diventa quando viene mescolata con l’ammoniaca, liberando clorammine tossiche in grado di provocare tosse, nausea, affanno e, in casi estremi, anche danni permanenti.
Non meno problematici sono i detergenti ad alta forza smacchiante, spesso ricchi di etanolammine, composti che possono scatenare crisi d’asma o reazioni allergiche in soggetti predisposti. L’esposizione regolare, soprattutto in ambienti chiusi, comporta un accumulo invisibile ma persistente, che tocca in particolare i bambini, spesso più sensibili a queste sostanze.
L’inquinamento invisibile provocato dai detersivi chimici
Oltre ai danni diretti per l’organismo, molte sostanze usate nei detergenti comuni hanno un forte impatto ambientale. La candeggina, ad esempio, contribuisce alla formazione di composti cloro-organici, che resistono alla degradazione naturale e si accumulano nelle acque reflue, danneggiando microrganismi e fauna acquatica.

Anche alcuni disincrostanti e anticalcare rilasciano componenti che si degradano lentamente e possono alterare gli equilibri biologici dei corsi d’acqua. L’uso frequente di prodotti antibatterici, in particolare, può avere un effetto negativo sul sistema immunitario, riducendo la resistenza naturale dell’organismo, soprattutto nei bambini che vivono in ambienti iper-disinfettati.
Un altro rischio sottovalutato è l’uso improprio o combinato dei detersivi. Nonostante le etichette spesso sconsiglino di mischiarli, molti ignorano questa indicazione, credendo che si potenzi l’effetto pulente. In realtà, alcune combinazioni liberano vapori tossici, come nel caso della già citata miscela tra ammoniaca e candeggina.
I formati in spray o compresse, per via della loro dispersione, risultano più inalabili rispetto ai detergenti liquidi. Anche il tempo di contatto sulla pelle o la presenza di piccole lesioni cutanee può aumentare i rischi. A ciò si aggiunge il problema dell’accumulo di residui sulle superfici, che possono trasferirsi poi su mani, cibo o stoviglie.
Come scegliere alternative sicure e sostenibili per l’uso quotidiano
Alla luce delle criticità emerse, si rende necessario un cambio di abitudini nella scelta e nell’utilizzo dei prodotti per la casa. L’Istituto Superiore di Sanità consiglia l’impiego di ingredienti più naturali e biodegradabili, come aceto, bicarbonato, acido citrico e saponi vegetali. Questi garantiscono buoni risultati con un impatto minimo sia sull’ambiente che sulla salute.
Molti detergenti tradizionali contengono infatti sostanze poco degradabili, che restano a lungo nelle falde acquifere e nei terreni, causando inquinamento persistente. I detersivi ecologici, invece, si decompongono più facilmente e riducono i rischi di accumulo. È importante leggere attentamente le etichette, controllando l’eventuale presenza di EDTA, sbiancanti ottici o fosfati, spesso esclusi nei prodotti certificati.
Anche la scelta di marchi trasparenti e conformi alle normative ambientali rappresenta una garanzia. Sempre più aziende offrono prodotti certificati, efficaci ma meno aggressivi, adatti anche alle persone allergiche o con pelle sensibile.
Infine, è fondamentale conservare i detersivi in modo corretto: fuori dalla portata di bambini e animali, evitando di travasarli in contenitori non originali. Durante l’uso, è bene arieggiare gli ambienti, usare guanti e limitare i tempi di esposizione. Ridurre l’impiego di prodotti chimici non significa rinunciare all’igiene, ma adottare una pulizia consapevole e rispettosa dell’ambiente in cui viviamo.